Come prendersi cura della pelle del neonato. <strong>Quali sostanze evitare</strong>
16 Dicembre 2022

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Come prendersi cura della pelle del neonato. Quali sostanze evitare

16 Dicembre 2022

Il primo passo è saper leggere con consapevolezza l’INCI del prodotto, ovvero la lista degli ingredienti contenuti. Questi sono elencati in ordine decrescente, da quello più abbondante a quello più scarso.

Esistono ingredienti da evitare? La risposta è sì. 

Vediamo di seguito un elenco.

Siliconi: si riconoscono perché terminano tutti con “-thicone”, “-one”, “-ane”. Conferiscono al consumatore un effetto temporaneo e ingannevole dando la sensazione di pelle e capelli lisci, morbidi e piacevoli al tatto.

La conseguenza è il rischio di avere pori occlusi, una traspirazione ostacolata che limita inoltre il passaggio di sostanze nutrienti e idratanti. 

Alcuni esempi:  Dimethicone, cyclomethicone,Cyclopentasiloxane.

Petrolati:  hanno un costo molto basso per il produttore. Tra i principali ricordiamo paraffina, mineral oil, petrolatum, cera microcristallina.

Questi creano un effetto barriera tra la pelle e l’ambiente esterno ostacolando così la naturale traspirazione. Tra le conseguenze si avranno quindi il rischio di formazioni di irritazioni, formazione di comedoni, eccesso di untuosità e dermatiti.

Vasellina: riconosciuta come sostanza pericolosa per il forte sospetto della sua cancerogenicità.    È ammessa in commercio se il produttore si dichiara consapevole dell’iter produttivo della vasellina utilizzata, assicurandosi che sia priva di impurità che possano determinare la  caratteristica di cancerogenicità.

Polietilenglicoli: si riconoscono con la scritta “peg” , “–eth” seguita da un numero. Sono utilizzati come emulsionanti e come tensioattivi. Detergono efficacemente mescolando acqua e grassi. 

Sono fortemente inquinanti per l’ambiente e cancerogeni per l’organismo.

Alcuni esempi: peg-7, peg-200, laurerth-2. PEG-40 HYDROGENATED CASTOR OIL, PEG-7 GLYCERYL COCOATE, PEG-120 METHYL GLUCOSE DIOLEATE

Parabeni: Agiscono come conservanti, sono potenti battericidi e fungicidi. Alterano quindi il microbiota cutaneo. Penetrando nei tessuti dell’organismo, hanno come conseguenza il rischio di cancerogenicità e un’azione estrogena simile, perturbando quindi l’equilibrio ormonale. 

Sles, Sls – SODIUM LAURETH SULFATE , SODIUM LAURYL SULFATE

E’ il tensioattivo più utilizzato, ha un elevato potere detergente e crea una schiuma molto abbondante. Ad alte percentuali è molto sgrassante, andando ad alterare quindi la componente grassa della pelle ed esponendola così a secchezza e rischio di desquamazione.

Bht, Bha – BUTIL IDROSSITOLUOLO, BUTILIDROSSIANISOLO

Stabilizzano le emulsioni. Hanno un’azione antiossidante. Sono inserite in formulazioni che si ossidano facilmente per preservarne la composizione. Se presenti in percentuali sopra lo 0,5% hanno un’azione tossica per l’organismo.

Disodium Edta:  riduce le reazioni provocate da tracce o impurità metalliche. Se presenti acque dure o calcaree ne migliora l’azione detergente. Riduce  le concentrazioni di antimicrobici necessari a stabilizzare un cosmetico. Ha un basso profilo tossicologico, si sconsiglia di utilizzarlo con continuità. E’ lentamente biodegradabile.

Profumi e oli essenziali. Si trovano in coda all’inci e spesso sono contrassegnate da un asterisco. E’ obbligatorio riportare in etichetta sostanze presenti sopra il limite dello 0,01% per i prodotti a risciacquo. E’ bene ricordare che solo i grassi di origine sintetica hanno un buon odore! Attenzione inoltre agli oli essenziali. Pur essendo prodotti di origine vegetale, non è sempre detto che siano adatti per venire a contatto con la pelle.   

Infine è bene ricordare che i prodotti formulati con il concetto ipoallergenico seguono il criterio comune dell’onestà fissato dal regolamento (CE) 655/2013. Il claim: “senza sostanze allergeniche stabilizzanti non è consentito”, poiché non può essere garantita la completa assenza del rischio di una reazione allergica. Con ipoallergenico intendiamo quindi un prodotto studiato e formulato per ridurre al minimo il rischio di allergie mediante test epicutaneo occlusivo (patch test).

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