Solgar e il “Bendessere”
13 Aprile 2022

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Solgar e il “Bendessere”

13 Aprile 2022

Intervista a Giada Caudullo, psicologa e direttrice del Centro Ricerche per il Bendessere presso Solgar Italia Multinutrient S.p.A

Bendessere, ovvero il bene di esistere.
Il neologismo, coniato dal professor Vittorino Andreoli, psichiatra e neurologo di fama internazionale, non è solo un claim suggestivo: è piuttosto un modo nuovo di concepire la dimensione esistenziale dell’essere umano.

Sulla scia delle maggiori tradizioni filosofiche, orientali e occidentali, il bendessere rilancia un concetto
noto nella medicina olistica, ponendo l’attenzione sulla circolarità tra corpo, mente e relazioni sociali. Nel bendessere l’Uomo è osservato nella sua totalità e complessità (Jean Piaget, Sciences de l’hommes) e se la psicologia dell’IO riconosceva anche la parte freudiana dell’ES (il nostro risvolto pulsionale), la psicologia del NOI, ovvero la “psicologia relazionale”, teorizzata da Andreoli, acquisisce più campo d’applicazione nella società moderna e oggi è riconosciuta come disciplina scientifica dalla stessa New York Accademy of Science, di cui il professore è membro. Il bendessere corre lungo un binario parallelo rispetto a quello della medicina e della malattia. L’uomo viene analizzato nei suoi bisogni e desideri, che sono differenti nelle varie età della vita sia per qualità che per priorità. Inoltre, il bendessere attribuisce molta importanza alle relazioni sociali dell’individuo, distinguendo tra macroambiente (lavorativo) e microambiente (affettivo e familiare). Per saperne di più sul tema, abbiamo intervistato la dottoressa Giada Caudullo, psicologa e autrice di un manuale pratico sul bendessere.

Dottoressa Caudullo, ci spiega in sintesi in cosa consiste il bendessere?
Dal punto di vista lessicale, l’espressione indica il bene di esistere, il bene dell’esistenza. Ma il bendessere è molto di più: è una disciplina scientifica declinata in un progetto che è stato sposato l’anno scorso da Solgar Italia. Il termine è stato utilizzato per la prima volta dal professor Andreoli, il quale è stato anche uno dei primi studiosi a parlare di plasticità celebrale neuronale come risvolto epigenetico legato agli stili di vita, e dei nutraceutici in grado di influire su di esso. Solgar Italia ha deciso di abbracciare questo progetto, che va oltre l’idea del semplice benessere e tiene conto per la prima volta del ‘desiderio’ del cliente a seconda della sua età anagrafica.

Quali competenze sono richieste al farmacista, o in genere all’operatore, che voglia correttamente abbracciare questo percorso?
La diagnosi dell’operatore del bendessere è basata innanzitutto sull’analisi dei desideri del cliente/paziente. I desideri, intimi e segreti, vanno svelati e adattati alle proprie potenzialità (desideri possibili). Il ruolo dell’operatore è quello di promuoverli. Il desiderio è quello slancio che dobbiamo avere per essere diversi da come siamo in quel dato momento. Deve essere possibile, raggiungibile e realmente gratificante. L’operatore deve puntare sulla volontà del soggetto ma ciò deve avvenire per piccoli step. Occorre entrare in empatia con il cliente (contatto attivo), per condurlo alla simulazione delle decisioni. E’ perciò opportuno dare consigli nutrizionali di un certo tipo e suggerire i giusti nutraceutici. L’operatore del bendessere, in particolare il farmacista che è la figura professionale di prossimità per la grande utenza, può seguire il cliente in questo processo.

Dunque, il bendessere è legato alla concreta volontà dell’individuo di cambiare il proprio stile di vita?
Certamente. Bendessere significa prima di tutto volersi prendere cura di sé, voler migliorare la propria condizione esistenziale, proiettando il desiderio sul corpo, sulla mente e sulla propria attività relazionale. Recuperare valore ai desideri significa, infatti, sapersi immaginare diversi da come si è in un certo momento della propria vita, poiché anche i pensieri e l’immaginazione modificano a lungo termine la plasticità cerebrale restituendoci un’esistenza sempre migliorata.
L’operatore del bendessere sa portare il cliente alla corretta analisi dei desideri propri della sua fascia di età ma anche di quelli che è in grado di esaudire.

Come può il farmacista bilanciare il consiglio sul nutraceutico con l’analisi dei desideri e dei bisogni?
Intanto classificando il cliente in un range anagrafico, secondo i parametri oggi riconosciuti: infanzia, adolescenza, età adulta e età della saggezza; poi, sulla base del desiderio espresso, attraverso una consulenza che comprenda una piramide nutrizionale specifica.

Quali desideri per quale fascia d’età; quali strumenti e quale nutraceutico?
Il farmacista deve andare oltre l’analisi del “segno” che il cliente manifesta. Deve captare i disagi del soggetto e cercare di stabilire con lui un rapporto di empatia per poi fornirgli un supporto a tutto tondo che individui i suoi desideri. Tutti abbiamo le nostre esigenze, ma alla fine il desiderio maggiore è quello di voler stare bene e meglio, essere in armonia con noi stessi e con gli altri.

Desiderio vuol dire vedersi diverso da come siamo oggi. Questo vale soprattutto per gli adolescenti, spesso in crisi di identità …
I genitori devono comprendere la fisiologica ribellione dell’adolescente, che deve essere accompagnata e, in un certo senso, favorita e non negata. Ad ogni modo, nei confronti dei giovani può essere utile per esempio dare, oltre che un consiglio alimentare, anche un integratore. Naturalmente ciò presuppone che l’operatore del bendessere abbia chiaro come ritmare il suo intervento.

Farmacista coach o farmacista olistico e omeopata?
Farmacista coach, olistico e del Bendessere. Facciamo l’esempio della vitamina D per spiegare il concetto; essa non è solo la vitamina che fissa il calcio nelle ossa, ma è la vitamina del sole, che migliora il sistema immunitario. Al cliente deve essere comunicata l’accezione del NOI, cioè quella dimensione psicologica legata alla vita relazionale dove il sentimento della gioia diventa corale ed è un sentimento e la felicità è un’emozione più che altro estemporanea.
Il farmacista che ha già una visione olistica dovrebbe quindi essere più abituato degli altri…
Sicuramente è più pronto a cogliere il significato sostanziale di questa disciplina. Ha l’opportunità di approfondire e ampliare la sua cultura e ha uno strumento in più per far conoscere il nutraceutico e le sue funzioni. Può essere anche più sensibile degli altri suoi colleghi nell’attività di comunicazione, per esempio approntando un layout particolare in farmacia studiato per fasce d’età. L’olismo si basa sulla totalità delle funzioni dell’organismo, il Bendessere sul principio della circolarità di corpo, mente e relazioni sociali.

Come è possibile migliorare la conoscenza del bendessere?
I primi strumenti sono il libro del professor Andreoli e un manuale pratico che ho curato personalmente.
In questi testi si indirizza il cliente ad affrontate l’alimentazione nel modo più adatto alla sua età. Per esempio: agli over 65 si suggerisce di aumentare il quantitativo proteico, mentre al giovane adulto si consiglia un’alimentazione equilibrata e ricca di vegetali con apporto di antiossidanti, perché questa fase della vita è di solito collegata al maggiore stress dovuto alla ricerca della propria affermazione. La suddivisione in fasce d’età è importante per il farmacista poiché gli consente di stabilire le più opportune strategie di intervento su alimentazione e nutraceutica; per esempio elementi di sostegno a livello di sistema nervoso centrale possono rivelarsi fattori chiave e risolutivi. Il bendessere riguarda, inoltre, le età evolutive, cioè quelle in cui avvengono importanti variazioni ormonali: i bambini della primissima infanzia così come gli adulti dell’età ‘della saggezza’. Ma anche nell’ambito della coppia esso trova una sua collocazione, proponendo una piattaforma di salute per tutto ciò che riguarda la fertilità, sia maschile che femminile.

E il ruolo del medico?
Ginecologi e oculisti sono tra gli specialisti che più si rivolgono al nutraceutico. Il medico di base si trova a trattare patologie più generiche e croniche, come la sindrome metabolica su tutte, passando dall’apparato scheletrico e quello gastrointestinale. In ogni caso, i dati più recenti parlano di un cliente che si reca prima dal farmacista piuttosto che dal medico. Noi facciamo formazione nel punto vendita e disponiamo di nutraceutici d’eccellenza, il “gold standard” di Solgar, che vanta una storia di ricerca e tecnologia, oltre a essere caratterizzato da una concentrazione ottimale degli ingredienti.

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